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Ilcinguettiostonato

Il cinguettio stonato

Cosa sta succedendo a Twitter? E perché, nonostante il social media dell’uccellino blu non sia così diffuso, è così importante saperlo?

Due domande da cenone di fine anno, tra un panettone gastronomico e un bicchiere di quello buono, ma, forse forse, anche qualcosa di più importante per le implicazioni più o meno sotterranee di questa situazione.

Intanto la risposta alla prima domanda: Twitter è stato recentemente acquistato da Elon Musk, l’ex uomo più ricco del mondo, per l’astronomica cifra di 44 miliardi di dollari. Una cifra che, a sentire gli analisti, è decisamente al di sopra del valore di mercato dell’uccellino che ha, secondo i dati Digital 2022 Global Overview Report, 436 milioni di utenti mensili attivi. Per fare un confronto Facebook è in testa con 2,9 miliardi di utenti attivi mensili, Youtube segue a quota 2,5 miliardi, poi i 2 miliardi di Whatsapp, il miliardo mezzo circa di Instagram, e via via (Wechat 1,2, Tik Tok 1 miliardo) per arrivare alla posizione numero 15 di Twitter, dietro anche, tra gli altri Telegram, Snapchat e Pinterest.

Ma, appunto, Twitter è stato acquistato da Elon Musk, l’uomo di Tesla e di SpaceX, un visionario che è passato in pochissimi anni da esempio di imprenditore illuminato a persona decisamente schierata con la destra dei Repubblicani Usa e con simpatie per gli ambienti complottisti di Qanon, quasi al confine con i terrapiattisti…

Ma torniamo alla domanda.

 

Cosa sta succedendo a Twitter?

In buona sostanza Twitter sta, in modo piuttosto repentino, cambiando pelle o, per stare al paragone ornitologico, penne. Le prime mosse di Musk sono state draconiane: licenziamento in tronco del management, riduzione drastica di dipendenti (licenziati con una mail e, in parte, reintegrati sempre via messaggio) in particolare quelli che si occupano della moderazione dei contenuti funzionali a evitare di incorrere in sanzioni (Paese che vai legislazione che trovi) e, soprattutto, a tenere lontani contenuti ritenuti non accettabili. Il risultato è stato immediato: Twitter è stato invaso da contenuti spazzatura, gli utenti spesso non si sono più riconosciuti (e questo, a ben vedere, potrebbe anche non essere un male: uscire dalla propria bolla può far aprire gli occhi), inserzionisti in fuga.

Insomma, un discreto disastro di immagine ed economico.

L’emblema del caos sono stati due sondaggi lanciati dallo stesso Musk. Uno per chiedere di riammettere Trump su Twitter (era stato bannato dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021) con una maggioranza di sì (ma Trump per ora non è tornato a cinguettare preferendo il suo social ‘personale’ Truth) e l’altro in cui Musk chiedeva se dovesse lasciare la carica di Ceo di Twitter: nonostante la maggioranza di sì Musk è ancora al timone della company.

Perché Twitter è importante?

Twitter è importante perché è il social preferito dai politici e dai giornalisti, ovvero da stakeholder fondamentali per chiunque voglia contare qualcosa. Può sembrare poco, in realtà è moltissimo, ma anche qui la falsa partenza di Musk è stata roboante. Oltre al ‘caso Trump’ già raccontato, il magnate australiano ha letteralmente cacciato da Twitter diversi giornalisti rei di… aver fatto il proprio lavoro, informando sugli spostamenti del suo jet privato, dati pubblici e regolarmente tracciati, per dire, tra l’altro, che Musk era andato in Qatar per la finale dei mondiali. Cosa facilmente riscontrabile anche dalle immagini televisive dell’evento. Ma, al di là del merito, resta un metodo inaccettabile per chi aveva detto di aver preso Twitter per dar modo a tutti di potersi esprimere liberamente. A patto che non vengano intaccati i suoi interessi, evidentemente.

L’elefante nella stanza

L’elefante nella stanza si chiama Mastodon, e ha proprio un elefantino come simbolo. Una ‘specie’ di nuovo Twitter aperto e open source, di cui però parleremo tra qualche giorno. Intanto che Musk cerca di ingraziarsi una parte dell’opinione pubblica americana e quindi di restare a galla, nonostante polemiche e problemi economici, tanti utenti di Twitter stanno lasciando l’uccellino per l’elefante, un fenomeno in rapido aumento. Nel frattempo vi consigliamo di recuperare la puntata di Globo che parla di Elon Musk: Globo è un podcast de Il Post a cura di Eugenio Cau, un approfondimento molto interessante su Musk, Twitter e cosa c’è dietro.