In Italia si legge sempre meno. La crisi dei quotidiani sembra irreversibile, o comunque non è ancora arrivata a toccare il fondo. I giovani non leggono quotidiani, ma si informano soprattutto online (a breve un approfondimento sulle esperienze editoriali più interessanti) o attraverso i podcast, che continuano a crescere come numero di ascoltatori. Ma, ormai, anche i ‘meno giovani’, diciamo gli under 50, non hanno l’abitudine del quotidiano, che sia di carta acquistato in edicola o da sfogliare digitalmente su un tablet o sul computer poco importa. I dati di Prima Comunicazione (www.primaonline.it) non lasciano spazio a dubbi e se è vero che i quotidiani locali reggono meglio l’urto, a fronte dei grandi giornali nazionali che hanno perso negli anni decine di migliaia di copie, è anche vero che la frana continua di mese in mese, di rilevazione in rilevazione.
Eppure… eppure l’importanza dei quotidiani sembrerebbe stabile se non, addirittura, in aumento. A certificare questa tendenza sono le rassegne stampa, sempre più presenti sia in televisione (non c’è canale, generalista, locale a pagamento, che non abbia la sua o a tarda sera oppure al mattino presto), radio (con le stesse caratteristiche di quelle televisive), online (in modo più o meno corretto, spesso con articoli del giorno disponibili non a pagamento a dispetto delle regole sul copywrite) e, anche, attraverso podcast dedicati.
Il podcast di questo genere più famoso e seguito è Morning de Il Post (ilpost.it) con il bravissimo Francesco Costa e anche questo, a pensarci bene, sfiora il paradosso perché questo podcast, riservato agli abbonati, è prodotto da una testata online e racconta quello che esce sui quotidiani che si trovano nelle ormai sempre più rare edicole. Ma, e anche questa tendenza è sempre più diffusa, a molti sarà capitato di ricevere in chat normalmente attraverso Whatsapp, pagine di giornale, o addirittura copie integrali, che navigano tra i flutti della rete senza un reale controllo, anche se qualche mese fa una retata della Polizia Postale ha incastrato account Telegram e Whatsapp che mettevano a disposizione (pagando una cifra piccola attraverso un sistema perfettamente illegale) diversi quotidiani del giorno. Per non parlare della disinvoltura con cui i cosiddetti ‘Giganti del web’ si appropriano di contenuti originali per diffonderli in modo più o meno consapevole (e colpevole), ma di questo se ne stanno occupando, con grande fatica, gli enti regolatori di mezzo mondo.
Insomma, nessuno legge più i quotidiani, eppure tanti seguono o ascoltano rassegne stampa, tanti leggono articoli e contenuti prodotti per essere venduti e l’opinione pubblica sembra essere ancora almeno in parte plasmata da quello che scrivono i giornalisti e che le principali testate pubblicano giornalmente.