Tendenze digitali

La Kings League: il nuovo gioco del calcio tra spettacolo, streaming e community

La Kings World Cup Clubs 2025 ha infiammato il pubblico digitale, il fenomeno nato in Spagna conquista l’Italia e ridefinisce il concetto stesso di sport

L’origine di un fenomeno: da Piqué a un mondo nuovo

Era il 2022 quando Gerard Piqué, ex difensore del Barcellona, annunciava al mondo un progetto che sembrava una provocazione: un campionato di calcio 7 contro 7, con regole ibride tra videogame e sport reali, trasmesso interamente su Twitch. Nessuno avrebbe potuto immaginare che da quella scintilla sarebbe nata la Kings League, una lega capace in poco tempo di attirare milioni di spettatori, celebrità e ora, persino nazionali.

Da qualche giorno si è conclusa la versione globale del format: la Kings World Cup Clubs 2025, vinta dalla squadra spagnola Los Troncos.  Questa competizione ha dimostrato ancor di più che non si tratta solo di calcio ma di un nuovo linguaggio sportivo.

Quali sono le regole della Kings League?

La Kings League è un cocktail ad alto tasso di adrenalina tra calcio e intrattenimento: si gioca 7 contro 7 in due tempi da 20 minuti, ma il vero spettacolo sono le regole. Le partite iniziano con l’“escalado”: nei primi 5 minuti si gioca partendo 2 contro 2 (un portiere + un giocatore di movimento), poi ogni minuto si aggiunge un elemento finché, al quinto, si arriva al classico 7 contro 7. A fine primo tempo, allo scoccare esatto del 18° minuto, arriva il dado: un lancio decide quante persone resteranno in campo negli ultimi 2 minuti (da 1vs1 a 3vs3 fino a 6vs6). E occhio al minuto 38: se il match è in parità, scatta il golden gol, cioè 2 minuti in cui la prima squadra che segna vince. Nel caso in cui non dovesse segnare nessuno durante il golden gol, a decretare un vincitore sono gli shoot-out: rigori in corsa da centrocampo in cui hai 5 secondi per fare gol, uno contro uno, al portiere.  Se invece al 38° il risultato non è in pareggio, ogni rete segnata vale doppio, così che non possano mai esserci dei pareggi. Inoltre ogni squadra ha una “carta segreta” da giocare in qualsiasi momento dei 38 minuti, per ribaltare la partita, come uno shoot-out o l’espulsione temporanea di un avversario, e ogni presidente ha la possibilità di battere un rigore a partita per la sua squadra. Le sostituzioni, infine, sono illimitate e non definitive (se un calciatore esce può tornare comunque in campo). Insomma, tutto è pensato per creare content, per intrattenere.

Sport o intrattenimento? Forse entrambi

Attenzione, è importante sapere che la Kings League non finge di essere la Serie A o la Premier League. Ha delle regole proprie (come abbiamo visto), dinamiche da videogame e ritmi da format YouTube. Proprio per questo si avvicina a chi del calcio ama il gioco, e non la burocrazia, a chi vuole partecipare, non solo tifare.

È seguita perché è divertente, imprevedibile, umana. E perché si inserisce perfettamente nel nuovo paradigma dell’intrattenimento: quello partecipativo, crossmediale e identitario.

La Kings League è la sintesi perfetta della nostra epoca: uno show sportivo costruito come un contenuto social, alimentato da community e streamer, dove lo sport è una piattaforma narrativa. In un mondo dove l’attenzione vale più del possesso palla, la Kings League non è un’alternativa: è la nuova grammatica del gioco. 

Twitch, YouTube e la rivoluzione del contenuto sportivo

Ovviamente tutto ciò non esisterebbe senza le piattaforme digitali. È su Twitch e YouTube che si costruisce il racconto, è su Instagram che gli highlight diventano virali, è con TikTok che si creano meme, remix e clip che raggiungono milioni di visualizzazioni.

Ma soprattutto, sono gli streamer a trasformare tutto questo in un fenomeno comunicativo. I presidenti delle squadre non sono solo dirigenti: sono creatori di contenuti, attivatori di community, volti familiari che portano le emozioni del campo direttamente negli smartphone del pubblico. Sì perché tramite le loro reaction live alle partite sui loro canali Twitch, creano un contenuto totalmente estraneo ma coinvolgente per il mondo dello sport.

Kings League Italia: la versione nostrana che parla il linguaggio della Gen Z

L’arrivo della Kings League Italia nel 2024 ha segnato un punto di svolta per il panorama sportivo italiano. La stagione regolare si è svolta da inizio febbraio a fine aprile, con partite ogni lunedì, mentre i playoff si sono giocati a maggio, e oltre a decretare i TRM campioni, hanno anche definito le 4 squadre italiane (cioè le semifinaliste) che hanno poi giocato la Kings World Cup Clubs. 
La scelta di trovare presidenti provenienti dal mondo calcistico, dei social e dello streaming come Blur, Er Faina, Fedez, ZW Jackson con Luca Toni e molti altri, ha creato un format che indirizza lo sport verso un’era ibrida. 

Il risultato? Una fanbase giovane, fedele e attivissima, che non si limita a guardare, ma interagisce, commenta, vive il campionato in diretta come fosse parte dello show.  la Kings League Italia può diventare una delle principali porte d’ingresso allo sport per le nuove generazioni riuscendo ad agganciare un pubblico figlio della dinamicità dei social che si sta sempre più disamorando della monotonia del calcio classico. 

Può davvero competere con lo sport professionistico?

In termini di numeri digitali, la Kings League ha già superato molte realtà tradizionali. L’evento finale del primo anno, il Final Foural Camp Nou, ha registrato oltre 2 milioni di spettatori online contemporanei, e sono numeri da partita di Champions League. 

la King’s World Cup Nation di gennaio ha attirato, solo per le prime 4 giornate, oltre 40 milioni di spettatori su tutte le piattaforme, con una media di 10 milioni a giornata. Trend in crescita del 35% in ogni partita rispetto all’edizione precedente. Se a questo uniamo l’interesse di broadcaster sportivi come Sky Sport, che ha trasmesso in diretta tutte le partite del lega italiana e del mondiale per club, si capisce che questo fenomeno è in grande ascesa e rischia di insidiare davvero i numeri degli altri sport professionistici.  

La vera domanda è: quanto potrà durare questo hype? La sfida sarà mantenere credibilità sportiva senza perdere impatto mediatico. E forse, più che sostituire lo sport professionistico, la Kings League lo sta implementando, offrendo un nuovo modo di viverlo.

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